Le Terme libere dette “Masse di San Sisto” utilizzano acque del bacino idrografico dei Monti Cimini, la cui elevata temperatura è dovuta alle attività vulcaniche sotterranee della zona.
L’area termale è provvista di due vasche, una più grande e alimentata con acqua più calda ed una più piccola e tiepida, con acqua a circa 18 gradi. Si tratta di bagni liberi puliti e ben organizzati, grazie ai volontari dell’Associazione “Masse di San Sisto” che si occupano della manutenzione e della nettezza sull’area.
In cambio delle attività svolte per mantenere in ordine l’area termale, è necessario per l’ingresso pagare il prezzo del biglietto, che consiste in pratica nella quota associativa annuale che si versa per aderire all’Associazione. Questa formula viene utilizzata in quanto il prezzo pagato serve solo a coprire le spese non a scopo di lucro. Vale senza dubbio la pena di versare la piccola quota in cambio del servizio reso dai volontari, anche in relazione allo splendido spettacolo archeologico rappresentato dalle vestigia delle imponenti terme di epoca romana che sorgevano qui.
Potete usare sia la Superstrada che la Via Cassia, l’importante è uscire da Viterbo verso sud in direzione Vetralla, per poi uscire presso il grande svincolo dove le due grandi arterie si raccordano (a circa 8 chilometri da Viterbo).
Se arrivate dalla Cassia, vi basta imboccare lo stradello sulla destra che trovate subito prima del grande svincolo con per la Superstrada, e siete arrivati.
Se invece arrivate dalla Superstrada, una volta uscita allo svincolo “Viterbo Sud”, dirigetevi verso la Cassia stando però attenti a seguire la direzione “Viterbo” e non invece “Vetralla”. In questo modo trovate subito sulla sinistra, appena saliti sulla Statale 2, la sterrata da cui già potete intravedere una distesa di camper.
Il prezzo pagato per l’ingresso (pari alla quota associativa per aderire alle “Masse di San Sisto”) dà diritto all’accesso per una durata annuale. Vale la pena pagarlo anche se ci andate una volta sola, ma certamente molto vantaggioso è se abitate nei paraggi, perchè le volte successive nel corso dell’anno di versamento entrerete senza pagare niente.
Grazie all’attività dei volontari a cui versate la quota associativa, sono presenti servizi igienici, un piccolo spaccio per le bevande, spogliatoi e docce. Inoltre è possibile accedere in ogni momento del giorno e della notte, oltre che qualsiasi giorno dell’anno.
Come accade in quasi tutte le aree termali gratuite di Viterbo, non ci sono problemi per il parcheggio, dato che l’auto si lascia nell’onnipresente spiazzo erboso circostante (come al Bagnaccio e alle Piscine Carletti), mentre per mangiare bisogna provvedersi “al sacco”, dato che non sono presenti bar/ristoranti/chioschi nelle vicinanze.
Il ristorante più vicino si trova infatti ad un paio di chilometri di distanza, sulla Cassia in direzione Viterbo, presso la località Ponte di Cetti.
Questa famosa area termale gratuita viterbese è conosciuta principalmente come Masse di San Sisto, ma in realtà gli abitanti della zona la chiamano in molti modi diversi, senza che sia possibile capire quale sia quello prevalente.
Le varianti più frequenti per chiamare le Masse di San Sisto sono: “Massi di San Sisto”, “Fonti di Pallino” o, addirittura “Terme di Vetralla”. Ancora più curioso è il fatto che si sia persa nel tempo l’esatta origine di questo topononimo.
A livello storico si ricorda però il fatto che questi bagni attualmente gratuiti sono le vestigia delle famosissime “Terme Etrusche” dell’antichità, che il celebre storico Strabone, nel libro V del suo “De situ orbis”, disse in grado di rivaleggiare, per l’abbondanza delle sue acque, con quelle di Baia presso il Capo Miseno.
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